Milano, 25 giugno 2025 – Una casa a Milano? Non solo comprare ma anche affittare in città sta progressivamente diventando un’impresa insostenibile. In generale in tutto il Paese il costo medio degli affitti è in netto aumento, (soprattutto nelle grandi città) ma in questo contesto è il capoluogo meneghino – ancora una volta – a svettare per un record che rende di fatto la vita difficile a dipendenti e pensionati ma anche ai tanti studenti universitari che frequentano gli atenei cittadini.
Analisi dei dati sugli affitti
Ma partiamo dai numeri. Secondo uno studio del Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della Uil, diretto dalla segretaria confederale Ivana Veronese a Milano il canone di affitto ammonta a 1.810 euro medi mensili ed incide sul budget familiare per il 57,9% (l’incidenza del costo del canone di affitto, invece, è stata calcolata sui dati Istat relativi alle condizioni di vita e reddito delle famiglie). Un dato record. A Roma si pagano mediamente 1.503 euro mensili, che incidono per il 48,1%; a Bolzano gli affitti ammontano a 1.433 euro mensili che incidono per il 45,8%; a Como 1.375 euro mensili, che incidono per il 44% e a Modena 1.358 euro mensili, che incidono per il 43,4%.
Contratti di locazione in Italia
Come riferito dallo studio (che ha elaborato i dati dell’Agenzia delle entrate (valori Omi), riguardanti il II semestre 2023 e il II semestre 2024) in Italia sono oltre 3,8 milioni i contratti di locazione stipulati per immobili destinati all’abitazione, di cui il 67,7% sono stati sottoscritti da persone che vivono con reddito da lavoro dipendente o da pensione. In Italia, nel 2024, il costo medio di un canone di affitto è stato di 757 euro mensili (9.084 euro annui), in aumento del 5,1% rispetto all’anno precedente (444 euro in più all’anno). Una spesa che incide sul budget familiare, mediamente, per il 24,2%.
Problemi strutturali e diritto alla casa
Per la segretaria confederale della Uil Ivana Veronese “nel corso degli ultimi anni, abbiamo assistito a un progressivo disinvestimento nell’offerta di abitazioni sociali, sostituite con forme di contributo diretto alle famiglie in difficoltà che vivono in affitto, con risorse tuttavia scarse, discontinue, non in grado di rappresentare una misura strutturale”. ”L’accesso alla casa, come risposta a un bisogno primario, è innanzitutto un tema di diritto. Una corretta politica abitativa – continua Veronese – deve affrontare sia le condizioni di emergenza sia i nodi strutturali”.